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L’Angoscia secondo Freud – PODCAST

“L’«angoscia» si può definire come una specie di stato di attesa o di preparazione al pericolo, anche se ignoto.”

S. Freud

Questa tappa del nostro viaggio sarà probabilmente faticosa, ma allo stesso tempo fondamentale.
Proveremo a comprendere la natura psichica dell’angoscia (con uno sguardo al punto di vista psicoanalitico). Inoltre vedremo qual è la differenza con la paura e l’ansia.

Buon Ascolto!

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L’Angoscia (secondo Freud) – In Viaggio con la Psicologia – Podcast Spotify

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Fantasmi.. psichici

“I fantasmi sono stati creati quando il primo uomo si è svegliato nella notte”

 James Matthew Barrie

Quando in Psicologia ed in particolare in Psicoanalisi parliamo di Fantasmi si fa riferimento ad un prodotto illusorio della mente che si contrappone alla realtà-

S. Freud, in particolare, oppone al mondo interiore (inconscio) che tende a soddisfare i propri desideri per via illusoria (fantasma), un mondo esterno, che impone al soggetto il continuo confronto con il “principio di realtà”.

Il fantasma è quindi la messa in scena del “desiderio”, ma è anche luogo di operazioni difensive della psiche, che possono assumere le forme della conversione nell’opposto, del diniego e della proiezione.

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I fantasmi possono essere consci, come accade nei “sogni ad occhi aperti”, o inconsci dove il riferimento è al “nucleo originario” dei sogni, dei sintomi e dell’agire, che la cura psicoanalitica deve enucleare.

Freud era convinto che tutta la vita di una persona, comprese quelle attività apparentemente lontane dall’attività immaginativa, fosse in qualche modo sempre legata e quindi “governata” dall’attività fantasmatica inconscia.

Freud inoltre legava la vita fantasmatica di una persona ai fantasmi originari, che hanno per sfondo la vita intrauterina, la “scena primaria”, la “castrazione” e la “seduzione”. Queste, rappresentavano per Freud un patrimonio fantasmatico filogenetico fondamentale.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Totem e Tabù – Il funzionamento delle nevrosi – Sigmund Freud – PODCAST

Anche in questa breve tappa del nostro viaggio torneremo per qualche minuto indietro nel tempo.. a circa cento anni fa o poco più.


Erano anni fondamentali per la psicoanalisi e Freud con alcuni suoi scritti provava ad avere una visione più globale della psicologia e attraverso lo sguardo della psicoanalisi per comprendere alcuni fenomeni psichici dell’individuo cominciò ad osservare ed analizzare anche la società, la cultura e la storia.


Buon Ascolto..

Totem e Tabù – Il funzionamento delle nevrosi – Sigmund Freud – In viaggio con la Psicologia – Podcast Spreaker
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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Sigmund Freud e l’Introduzione alla Psicoanalisi – PODCAST

Questa tappa del nostro viaggio ci farà tornare per qualche minuto indietro nel tempo.. a circa cento anni fa o poco più.
Erano gli anni in cui la Psicologia come scienza, faceva i primi passi importanti. In particolare Freud con la Psicoanalisi offrì una prospettiva nuova alla comprensione del pensiero e della psiche umana.

Buon Ascolto..

Sigmund Freud e l’Introduzione alla Psicoanalisi – In viaggio con la Psicologia – PODCAST Spreaker

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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Il Sogno e il Desiderio – Freud

“Il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido e precisamente l’appagamento di un desiderio..”

Sigmund Freud
Sogno e Desiderio – S. Freud – ilpensierononlineare – Youtube Channel

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Finisce bene quel che comincia male”

Dott. Gennaro Rinaldi

Pillole di Psicologia: Agire – Agieren – Acting Out

Agieren (Agire) è un termine utilizzato da S. Freud per indicare il tentativo del paziente a non misurarsi, per paura, con i suoi conflitti inconsci cercando soluzioni sul piano di realtà.

Il termine in tedesco è di origine latina ed è impiegato da Freud come il termine abreagieren (abreazione), in senso transitivo, e allude al fatto di “mettere in atto” (desideri, pulsioni, fantasmi).

Oggi è più comune sentir parlare di “agito”, nella sua traduzione inglese “acting out“.

Fenichel farà in seguito una formulazione più precisa di acting out e lo definisce come “un agire che inconsciamente diminuisce la tensione interna e comporta una scarica parziale degli impulsi tenuti a freno; la situazione presente, connessa in qualche modo associativo con il contenuto rimosso, viene usata come occasione per la scarica delle energie rimosse..”.

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Oggi la nozione di acting out è usata anche al di fuori della Psicoanalisi.

Infatti ci si riferisce all’acting out nello studio delle strutture caratteriali degli individui, intese come modelli abituali di reazione che si sviluppano come risultato del conflitto tra esigenze istintuali e mondo esterno frustrante.

In genere tali modelli hanno origine all’interno del sistema familiare e vengono conservati nel corso della vita, come modello tipico di reazione ad una situazione frustrante.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Resistenze..

” […] Ancora una resistenza dell’Io, di tutt’altra natura però, è quella che proviene dal tornaconto della malattia[…] La quinta resistenza, quella del Super-Io[…] è la più oscura anche se non sempre la più debole: sembra che scaturisca dal sentimento di colpa o dal bisogno di punizione: questa resistenza ostacola qualsiasi successo, e perciò anche la guarigione attraverso l’analisi..”

S. Freud, 1925.

“Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi, anche nei momenti peggiori.”

Luis Sepùlveda

La resistenza è un termine che in psicologia (nello specifico in Psicoanalisi) viene utilizzato per indicare un’opposizione inconscia ad accedere alle proprie dinamiche profonde, da parte della persona sottoposta ad analisi.

Secondo Freud, questa difesa inconscia, si accentua man mano che ci si avvicina al nucleo centrale patogeno nel corso della terapia.

La resistenza svolge quindi una sorta di funzione difensiva e può essere messa in atto da tutte le istanze psichiche. Dall’Io attraverso la rimozione, la resistenza di transfert e il guadagno secondario della malattia; dall’Es attraverso la coazione a ripetere; dal Super Io attraverso il bisogno di punizione.

La resistenza è un’arma a doppio taglio, esegue gli interessi dell’Io o del Super Io, ma impedisce la guarigione e ostacola quindi il processo di cambiamento.

In genere è uno di quei fattori difensivi che portano ad interrompere bruscamente i processi psicoterapeutici.

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Ma il termine “resistere” può essere inteso anche in maniera differente. Resistenza come resilienza, la capacità delle persone di non “spezzarsi” dinnanzi alle avversità e alle difficoltà della vita.

Resistere in tal senso rappresenta la capacità di fronteggiare in maniera adattiva le difficoltà, attingendo dalle proprie numerose risorse, per poi ri-trasformarsi dando nuovo slancio alla propria vita.

Resistere quindi significa essere consapevole che prima o poi quello “tsunami distruttivo” finirà e quindi ci sarà modo e tempo per ricostruire con materie prime più “resistenti”.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Introversi vs Estroversi

Quando parliamo di Introversione ed Estroversione ci riferiamo a due differenti caratteristiche del carattere di una persona, due “tipi psicologici”(Jung), due modi di rapportarsi al mondo esterno.

Rappresentano, quindi, due poli opposti.

L’introverso tende a restare più distaccato dal mondo esterno, perché è più attratto ed interessato dal suo mondo interiore;

L’estroverso è invece più proiettato al mondo esterno e riesce ad adattarsi meglio ad esso, perché più interessato agli altri e a ciò che succede intorno a lui.

Buona visione!

Introversi vs Estroversi – ilpensierononlineare – YouTube channel

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi