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Disturbo dissociativo dell’Identità ( Disturbo di personalità multipla).

Fonte Immagine Google.

“F., 28 anni, pieno di lividi per le percosse subite, barcollante e disorientato, viene fermato mentre vagava senza uno scopo vicino ad un centro commerciale. Condotto presso l’ospedale della zona, viene ascoltato dai medici che cercano di comprendere il motivo dei suoi numerosi lividi.

F., comincia a parlare con una voce da bambino piccolo; è un bambino spaventato, angosciato e confuso che si alterna a F., con voce matura e adulta che racconta, invece, una storia piena di maltrattamenti familiari, paura continua, sevizie e della morte dei suoi genitori che lo usavano come corriere per la droga. Racconta inoltre di aver assistito all’omicidio di 2 uomini.

Condotto presso un centro specializzato, comincia ad essere seguito. Viene raccontato delle improvvise smorfie che F. compie mentre parla e della valanga di oscenità che riesce a dire; qualcuno accosta la scena a quelle del film l’esorcista.

F., chiede di essere chiamato con altro nome durante queste nuove “emissioni”, nello specifico come M., (questo evento per lo psicologo che seguiva F, era il primo indizio che F fosse affetto da personalità multipla).

Nelle seguenti settimane da F, si passava a G, poi a L, poi a C; alcune delle personalità chiedevano come stesse l’altra e si alternavano nelle risposte di secondo in secondo quasi senza sosta.

Le personalità totali contate arrivarono a 27.

Dal punto di vista dell’età F, passò dall’essere un feto all’essere un vecchio ultracentenario. In un’ora passò attraverso 9 personalità.

Il disturbo dissociativo dell’identità è drammatico e altamente invalidante. Colui o colei che soffre del disturbo dissociativo dell’identità o disturbo di personalità multipla, sviluppa due o più personalità diverse che spesso vengono indicate come personalità secondarie o personalità alternative. Ciascuna di queste personalità presenta ricordi, comportamenti o emozioni specifici, inoltre ciascuna delle personalità secondarie, alternandosi giunge ad occupare il posto centrale fino a dominare il funzionamento della persona stessa.

Solitamente si ha una personalità primaria o ospite, che si manifesta maggiormente rispetto ad un’altra.

Il passaggio da una personalità secondaria all’altra è chiamato slittamento, è in genere improvviso e può rivelarsi radicale (APA,2000). Lo slittamento è scatenato da un evento stressante, ma i clinici stessi possono indurlo tramite la suggestione ipnotica (APA, 2000).

I primi casi di disturbo dissociativo dell’identità attestati risalgono ad almeno 3 secoli fa. La maggior parte dei casi è diagnosticata nei primi anni dell’adolescenza o nella prima età adulta ma maggiormente i sintomi iniziano nell’infanzia dopo episodi di abuso (spesso sessuale) forse anche prima dei cinque anni. Le donne vengono colpite dal disturbo in maniera triple, rispetto agli uomini (APA, 2000).

Il modo in cui le personalità secondarie si alternano o rapportano tra loro, è vario di caso in caso. In genere vi sono tre tipi di relazioni.

Nelle relazioni di amnesia reciproca le personalità non sono coscienti l’una dell’altra (Ellenberger, 1970), mentre nei modelli di consapevolezza reciproca, ognuna di esse è cosciente dell’altra (Alcune voci-personalità possono parlare in armonia tra loro oppure litigare al contempo).

In una relazione di amnesia a senso unico( che è il modello della relazione più comune), alcune personalità secondarie sono consapevoli delle altre, ma la consapevolezza non è reciproca in quanto le personalità coscienti “co – consce” sono osservatrici silenziose, consapevoli delle azioni e pensieri delle altre subpersonalità.

Talvolta mentre è presente un’altra personalità secondaria, la personalità co-conscia si rende nota attraverso mezzi indiretti che possono essere allucinazioni sonore o la scrittura automatica (nello specifico voci che danno ordini oppure scrivere parole su cui non si ha il minimo controllo).

Trattare questo disturbo è complesso; un percorso ad ostacoli senza sosta dove man mano che si prosegue verso la tappa, l’ostacolo anziché allontanarsi si avvicina sempre più fino a rendere impossibile il salto o l’evitamento . La personalità diviene un ostacolo sempre più alto che continua a crescere e raddoppiarsi in altezza o in larghezza fino ad espandersi.

F, è attualmente seguito; muove ancora senza sosta tra le sue svariate personalità nell’attesa di tendere la mano a quell’F che si è perso molto tempo fa, chissà quando, chissà dove…

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

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