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Le nevrosi (da guerra)

L’approfondimento di oggi ci porta tra le stanze della storia della psicoanalisi.

Di ritorno dalla prima guerra mondiale, i soldati che erano stati impegnati nel conflitto bellico mostravano una strana sintomatologia nevrotica che però si presentava diversa da ciò che fino a quel momento si conosceva circa la nevrosi.

Non si mostrava, ad esempio, un conflitto tra pulsione di autoconservazione e sessuali, ma c’era qualcosa di diverso..

Scopriamo insieme le nevrosi di guerra.

Dott.ssa Giusy Di Maio, Ordine Degli Psicologi della Regione Campania, matr. 9767

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    Il caso di Anna O: studi sull’isteria

    Anna O., è certamente l’isterica più famosa al mondo…

    Queste parole, tuttavia, non rendono giustizia a  Bertha Pappenheim (vero nome della ragazza), la ventunenne a cui la psicoanalisi deve molto.

    Conosciamo insieme qualcosa sulla vita della ragazza che “ad una certa ora della giornata, al tramonto, si rasserenava e andando in uno stato di sopore, trovava -attraverso l’uso della parola- ordine e senso ai suoi bizzarri sintomi”.

    Guardiamo il tramonto insieme ad Anna, colei che capì l’importanza della “talking cure”.

    Dott.ssa Giusy Di Maio, Ordine Degli Psicologi della Regione Campania, matr. 9767

    “Sei isterica!” Le origini dell’isteria

    L’approfondimento odierno ci porta tra le stanze della storia della psicologia e della psicoanalisi.

    “Sei troppo uterina!”

    Che cos’è -e quando nasce- l’isteria?

    Dott.ssa Giusy Di Maio, Ordine Degli Psicologi della Regione Campania, matr. 9767

    Storia della psicologia in Italia. PODCAST

    Il viaggio di oggi nasce dal desiderio di presentarti un po’ più da vicino, l’evoluzione della psicologia in Italia.
    Spesso, in seguito alla conduzione di alcuni colloqui clinici, emerge un certo grado di sconforto in noi clinici; sconforto dovuto alla ben nota confusione che circonda la figura dello psy.
    Farò un po’ più mio questo viaggio, ti presenterò infatti un breve excursus storico della storia della psicologia (date alla mano, vedremo come siamo giunti a ciò che oggi è lo psicologo in Italia), costeggeremo la figura -non sempre professionale- dei vari coach e giungeremo al mio articolo preferito (ART. 4, Codice Deontologico degli Psicologi).
    Buon viaggio e Buon ascolto.

    Dott.ssa Giusy Di Maio

    La lobotomia. PODCAST.

    Il viaggio di oggi ci porterà tra le stanze del nostro cervello; faremo una tappa “storica”, addentrandoci in un argomento che ancora desta perplessità e sconcerto.
    Viaggeremo alla scoperta della lobotomia, una pratica nata intorno al 1935 quando due medici ricercatori John Fulton e Carlyle Jacobsen, illustrarono ai loro colleghi i progressi ottenuti con tale tecnica su due scimpanzé.
    Mettiamoci comodi allora, buon viaggio e buon ascolto.

    Dott.ssa Giusy Di Maio

    Prime riflessioni sulla metapsicologia/Il Progetto di una psicologia scientifica.

    La scrittura del Maestro.

    Il principale problema fu per Freud far comprendere cosa fosse lo psichismo e il funzionamento di quell’apparato che identifichiamo come psiche. Il problema risiedeva nel fatto che lo psichico, non combaciava con i consimili “anima, spirito”.

    Per rispondere alla domanda “cosa è lo psichico”, possiamo rimandare ai suoi contenuti ovvero le nostre rappresentazioni, le percezioni. Lo psichico in sé è tuttavia inconscio, pertanto descrivere lo psichismo vuol dire rappresentarlo in modelli e i modelli teorici che Freud aveva a disposizione facevano capo al modello neurofisiologico.

    Il progetto, 1895.

    L’intenzione di Freud era quella di dare, della psicologia, una spiegazione come scienza naturale; è per questo motivo che Freud decise (inizialmente) di fondare la psicologia su presupposti teorici e metodologici della neurofisiologia.

    In realtà (come testimonia il carteggio fatto con Fliess), il tentativo di dare una base neurofisiologica alle nevrosi, fallì.

    Nonostante fosse prerogativa dell’epoca cercare di ridurre i fenomeni psichici a fenomeni neurofisiologici, Freud ne “l’Inconscio” sostiene che tutti i tentativi di stabilire che le rappresentazioni sono accumulate in cellule nervose, sono falliti. Le idee principali che si incontrano leggendo il Progetto sono:

    • I neuroni sono gli elementi di base del sistema psichico.
    • C’è una relazione tra funzioni nervose e attività psichica.
    • Ci sono due tipi di funzionamento: il processo primario (che indica come la funzione primaria del sistema nervoso sia la scarica a cui viene connessa con l’esperienza del piacere) mentre il dispiacere/dolore viene ricondotto ad un incremento delle cariche che riconducono al processo secondario.

    Freud definisce processo primario “l’investimento di desiderio portato fino all’allucinazione” mentre processo secondario “tutti quei processi che sono resi possibili da una buona carica dell’Io e che funzionano da moderatori del processo primario”.

    Immagini originali studi fisiologici Freud. Sigmund Freud Museum, Berggasse 19, Wien.

    Continua.

    “Finisce bene quel che comincia male”.

    Dott.ssa Giusy Di Maio.

    Concetti in Pillole: Apprendere ad Apprendere.

    Photo by NEOSiAM 2021 on Pexels.com

    Con il termine apprendimento ci si riferisce al cambiamento relativamente stabile del comportamento di un soggetto rispetto a una specifica situazione sperimentata ripetutamente.

    Ne deriva che per ottenere l’apprendimento, c’è bisogno della ripetizione dell’esperienza. A tal proposito possiamo seguire :

    Le teorie Associazioniste (Teorie stimolo- risposta) o le Teorie Cognitive Classiche.

    Teorie Associazioniste: Si tratta di teorie di derivazione empirista che confluiscono nell’approccio comportamentista. Il soggetto si limita a registrare passivamente gli stimoli che riceve dall’ambiente. Ciò che impara è pertanto una copia di ciò di cui si è fatta esperienza. L’apprendimento è quindi abitudine, capacità a fare qualcosa.

    Teorie Cognitive classiche: un esempio è la Gestalt; tali teorie fondano l’apprendimento su un processo di elaborazione intelligente degli stimoli presenti nell’ambiente. Il soggetto agisce sull’ambiente attivamente utilizzando diverse funzioni cognitive per elaborare stimoli nuovi. Ciò che resta nel repertorio comportamentale di un individuo non è riproduzione del percepito, ma avviene tramite un processo di elaborazione. L’unico oggetto di studio scientificamente misurabile è il comportamento manifesto esibito in seguito all’esposizione ripetuta e controllata a stimoli ambientali.

    “Finisce bene quel che comincia male”.

    Dott.ssa Giusy Di Maio