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Pillole di Psicologia: L’apprendimento

L’apprendimento è un processo psichico che consente la modificazione di un comportamento a seguito di una esperienza ripetuta. In seguito ad una esperienza si ha quindi un cambiamento durevole del comportamento.

 L’apprendimento è abbastanza legato al concetto di adattamento che è la capacità fondamentale di un individuo nel riuscire a modificare il proprio comportamento in base all’ambiente in cui esso vive, ciò è essenziale anche alla sopravvivenza.

L’apprendimento non riguarda solo l’acquisizione di nuove competenze, ma anche di atteggiamenti, valori , abitudini.  L’approccio comportamentista sostiene che l’apprendimento avvenga con l’associazione tra eventi o stimoli e le risposte dei soggetti.

Le teorie cognitiviste, di contro, sostengono che l’apprendimento avvenga attraverso un processo di elaborazione intelligente degli stimoli presenti nell’ambiente.

In particolare per i comportamentisti ciò che viene appreso è una copia di ciò di cui si è fatto esperienza per i cognitivi, invece il soggetto utilizza diverse funzioni cognitive per elaborare stimoli nuovi.

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Skinner attraverso i suoi studi (skinner box), teorizzò il condizionamento operante: l’acquisizione di un comportamento e quindi un apprendimento avviene a condizione che la risposta operante sia seguita da un rinforzo, ciò determina la probabilità che quel determinato comportamento sia ripetuto.

Thorndike considerò, invece, l’apprendimento come un processo per tentativi ed errori. Questa osservazione portò alla formulazione della legge dell’effetto, secondo la quale un comportamento è più probabile che venga ripetuto se produce effetti soddisfacenti, al contrario, se gli effetti sono ritenuti insoddisfacenti il comportamento non verrà ripetuto.

Tolman propose un concetto diverso e meno riduzionista, sostenendo la presenza di mappe cognitive capaci di far scegliere attraverso il principio del minimo sforzo sempre la strada più breve e semplice. Per raggiungere uno scopo anche senza la presenza di incentivi vi era quindi un apprendimento latente.

Per approfondire vi invito a leggere anche:

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Sei più intelligente di uno scimpanzè?

Fonte Immagine “Google”.

L’approfondimento che voglio proporvi oggi, concerne dei famosi studi condotti nell’ambito della psicologia della Gestalt da Wolfgang Kohler.

Gestalt significa “buona forma” è infatti un termine tedesco usato per indicare una specifica corrente psicologica (psicologia della forma o della rappresentazione-Gestaltpsychologie) i cui studi si focalizzarono in particolare sugli aspetti percettivi e del ragionamento/risoluzione di un problema. La Gestalt contribuì con i suoi studi, ad ampliare le teorie concernenti l’apprendimento, la memoria e il pensiero.

Cosa c’entra allora uno scimpanzè?

Buona lettura.

Kohler tra il 1913 e il 1917 decise di sottoporre delle situazioni problematiche a degli scimpanzé, per vedere se e come, le scimmie riuscissero a risolvere tali situazioni.

L’esperimento consisteva nel mettere una banana fuori dalla gabbia di uno scimpanzé che, nel caso specifico, si chiamava Sultan. La banana si trovava ad una distanza superiore a quella del braccio dell’animale.

Sultan comincia con diversi tentativi, a provare ad avvicinarsi alla banana; resosi conto che questa è troppo lontana, comincia a guardarsi intorno. All’interno della gabbia ci sono una serie di canne di bambù; Sultan decide di infilare le canne l’una dentro l’altra fino a quando – ottenuta una canna abbastanza lunga – non decide di usarla per arrivare alla banana.

L’esperimento fu ripetuto anche con altri oggetti, ad esempio una cassa su cui salire. Kohler ritenne che i tentativi di Sultan non fossero casuali, ma tentativi intelligenti in quanto derivati dopo l’osservazione, da parte dell’animale, dell’ambiente circostante. In tutti i casi, infatti, Sultan riusciva ad arrivare alla banana comprendendo che uso fare dell’oggetto a disposizione.

L’apprendimento avviene quindi per insight ovvero dopo una improvvisa scoperta di un “nuovo” modo di interpretare la realtà e il mondo circostante. L’insight è pertanto una scoperta di nuovi rapporti tra gli elementi; rapporti che sono ora diversi rispetto a quelli precedenti. Ciò però che i gestaltisti evidenziano è che l’insight non nega l’esperienza e le soluzioni passate; nei casi in cui la situazione non consente l’uso di nuove strategie, il soggetto ricorre a ciò che è già noto.

L’insight definisce quindi una intuizione nella sua forma immediata e improvvisa.

Dal minuto 1:02 l’esperimento della banana. https://www.youtube.com/watch?v=6-YWrPzsmEE

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.