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Vuoi giocare con i colori?

Stroop Test e Effetto Stroop: cos’è?

Nell’ambito della psicologia sperimentale, uno dei fenomeni più studiati concerne l’effetto Stroop; tale effetto prende il nome da J. Ridley Stroop che scoprì il fenomeno nel 1935. A ben vedere l’esperimento era già stato pubblicato nel 1929 da Jaensch per poi essere successivamente ripreso da James McKeen Cattell e Wilhelm Wundt  nel ventunesimo secolo.

L’esperimento si presenta come uno dei cardini della psicologia sperimentale e – come molti altri- anche questo viene sottoposto agli studenti universitari.

L’esperimento avviene nel seguente modo:

al soggetto vengono mostrate delle parole scritte con colori diversi. Il compito consiste nel pronunciare a voce alta il colore dell’inchiostro cui è scritta la parola. Quindi, il colore è l’informazione rilevante per lo svolgimento del compito, mentre il significato della parola (che non deve essere letto) è l’informazione non rilevante

Vuoi giocare un po’ insieme a me? Prendi carta e matita e scrivi su di un foglio le tue risposte: prima di andare avanti, ricorda che ora devi scrivere il colore che leggi nella tabella qui sotto. Non perdere troppo tempo, sii veloce e non “troppo concentrato”. La prima risposta sarà quella giusta..

Fonte Immagine Google.

Hai scritto le tue risposte? Bene.. ora ti chiedo di ripetere l’esperimento e, ancora per una volta, scrivi su di un foglio i nomi dei colori che leggerai nella tabella sottostante

Fonte Immagine Google.

Bene…

Noti qualcosa di strano? hai avuto qualche perplessità?

Ti chiedo di rileggere attentamente – ora- ciò che hai scritto e di rivedere per bene le tabelle.. Non noti niente?

Stroop (1935) notò che i partecipanti sottoposti al compito di denominazione presentavano tempi di risposta più lenti se il colore dell’inchiostro era diverso dal significato della parola scritta, nonostante fossero istruiti affinché non tenessero conto del significato della parola. L’effetto Stroop, dunque, consiste nel produrre una risposta avente latenza più lenta nel caso della condizione incongruente e più veloce nel caso della condizione congruente.

Lo scopo dell’esperimento di Stroop è quello di creare una interferenza cognitiva e semantica: in questo caso ad esempio, la mente tende a leggere meccanicamente il significato della parola (ad esempio legge la parola “rosso” e pensa al colore “rosso”, ma a ben vedere, l’inchiostro usato è verde). Per questo motivo, il test di Stroop rappresenta una consolidata procedura sperimentale per lo studio dell’attenzione selettiva.

L’effetto Stroop può essere spiegato tramite due teorie:

Teoria della velocità dell’elaborazione: l’interferenza si verifica perché le parole sono lette più velocemente rispetto all’individuazione del colore con cui sono state scritte.
Teoria dell’attenzione selettiva: l’interferenza si verifica a causa dei nomi dei colori che richiedono una maggiore attenzione rispetto alla lettura delle parole.

Il paradigma di Stroop è stato largamente utilizzato per studiare le funzioni cerebrali attraverso le tecniche di imaging cerebrale. Il test è stato poi modificato includendo diverse funzioni per studiare l’effetto del bilinguismo oppure per studiare l’effetto dell’interferenza cognitiva sulle emozioni; inoltre, il test, è stato utilizzato per studiare la velocità di elaborazione di uno stimolo, le funzioni esecutive o la memoria di lavoro. Numerosi altri studi condotti, evidenziano come la velocità di elaborazione aumenti con l’età e come il controllo cognitivo diventi via via più efficiente.

Alcune varianti del test sono utilizzate in ambito clinico con soggetti con lesione cerebrale oppure affetti da demenze, deficit di attenzione iperattività o disturbi come la schizofrenia.

L’Elettroencefalogramma e il Neuroimaging funzionale hanno evidenziato durante lo svolgimento di un test di Stroop l’attivazione nel lobo frontale e più specificamente del cingolo anteriore e della corteccia prefrontale dorsolaterale, due strutture responsabili del monitoraggio e della risoluzione dei conflitti. Di conseguenza, i pazienti con lesioni frontali ottengono punteggi inferiori nel test di Stroop rispetto a quelli con lesioni più posteriori.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.


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