Padri e figli: un papà e sua figlia adolescente

L’approfondimento odierno è incentrato su un caso clinico da me seguito. Ho deciso di portare all’attenzione del lettore una storia che ben si presta come esempio di quanto molti genitori si trovano a vivere circa lo sviluppo della sessualità, in particolar modo, delle ragazzine. La questione femminile desta, infatti, sempre particolare scalpore. Sono in particolare i padri ad avere difficoltà nell’accettazione del fatto che le non più bambine -le loro figlie- diventino (nemmeno più tanto lentamente) donne, con tutto il corredato di vissuti psicofisici e psicoemotivi che questo comporta

Ho innanzi a me un papà con sua figlia di 12 anni.

Monica ha appena dodici anni; è la tipica preadolescente che vive nell’altrove fatto di sogni, pensieri e desideri che non possono essere confessati a tutti. Inizialmente silenziosa e delicata, lascerà ben presto trasparire tutta la sua curiosità e interesse in particolar modo per l’altro sesso e per il sesso stesso.

In linea generale quando ci approcciamo all’adolescente dobbiamo sempre aver ben chiaro un punto: l’adolescente (e l’adolescenza) non sono chiaramente definibili e identificabili in una categoria, nome o convinzione. L’adolescenza è la definizione dell’incerto, del labile, della crisi e della trasformazione. Ne deriva che approcciarsi all’adolescente con una convinzione, non farà altro che allontanarlo da noi.

Per lavorare con l’adolescente bisogna esser capaci di saper tollerare incertezza e frustrazione.

I Laufer (1984) affermarono che la principale funzione evolutiva dell’adolescente consiste nell’instaurare un’organizzazione sessuale definitiva. Una meta tuttavia che risulta difficile da raggiungere. Fin dal periodo prepubertario, vi sono numerose fantasie riguardanti il proprio corpo e, quando questo viene a raggiungere la maturazione sessuale, lo scarto tra corpo sessuale reale e corpo fantasticato può determinare una frattura con la realtà più o meno consistente. L’adolescente può vivere con angoscia molto profonda le trasformazioni così vistose che il suo corpo sta vivendo tanto da poter incorrere in un breakdown evolutivo che comporta il rifiuto inconscio del corpo sessuato. Analogamente Ferrari (1994) sostiene che le modificazioni corporee adolescenziali possono avvenire in maniera così rapida da portare l’adolescente a sentirsi estraneo a se stesso1. L’adolescente può quindi provare un intenso dolore mentale, un malessere,

“provocato dall’acuta sensibilità nei confronti del suo mondo interno e dal clamore di quello esterno, nonché dalla complessità delle emozioni e delle sensazioni nei confronti delle quali ha scarse capacità di controllo”2

Un’altra difficoltà spesso incontrata, per quanto concerne la questione dello sviluppo sessuale, è legata al fatto che l’età d’ingresso nell’adolescenza si sta anticipando sempre di più. Attualmente l’età media del primo ciclo mestruale è di 12,4 anni. A metà del diciannovesimo secolo, le ragazze avevano il loro primo ciclo mestruale – che in genere arriva circa due anni dopo aver iniziato la crescita del seno e i peli pubici – in media all’età di 16,5 anni. Oggi, la pubertà inizia in media tra gli 8 e i 13 anni.

Il papà di Monica ha la grande convinzione che sua figlia sia una bambina innocente e timida; l’uomo sostiene, infatti, che sua figlia sia ancora molto piccola e nonostante qualche piccolo accenno al suo essere una “signorina” persiste in lui l’idea di Monica “piccola.

Il piccolo tuttavia cresce e nell’epoca contemporanea in cui il tempo è molto veloce e condensato, diviene difficile restare al passo con quanto quotidianamente accade anche nel luogo più vicino noi (la nostra famiglia).

Monica comincia, durante i colloqui, a mostrare un interesse quasi morboso per l’altro sesso, un interesse che sconfina spesso in un linguaggio molto forte e nella ricerca di immagini piuttosto spinte. L’incertezza e l’esposizione al dilemma identitario cui chiama questa fase del ciclo di vita, espongono Monica all’oscillazione (ambivalenza) tra sentimenti di odio e amore verso l’oggetto d’amore (in questo caso il padre) e verso l’Altro che diviene un tipo di uomo ben specifico che la ragazzina comincia a ricercare.

Alla presa di coscienza che sua figlia comincia ad avere interessi verso l’altro sesso, il papà di Monica ha un tracollo emotivo dovuto in particolare alla scoperta del tipo di ragazzo che la giovane cercherebbe per sé. Il papà di Monica (e tutta la sua famiglia) hanno un compito complesso ma necessario innanzi: offrire da un lato un modello e dall’altro contenimento emotivo.

Il dilemma identitario a cui si troverà (si spera) una risposta, al termine della fase adolescenziale, si concluderà con l’istaurarsi di una identità “nuova” e salda. Chi sono io, sarà la risposta a questo dilemma ma per giungere a tale risposta sarà necessario separarsi (allontanarsi dall’oggetto genitoriale) anche attraverso fratture (i tipici litigi con i figli adolescenti ne sono un esempio lampante).

E’ facile spaventarsi innanzi ad adolescenti irrequieti ma l’irrequietezza (salvo casi psicopatologici specifici, ma non è questo il caso) corrisponde alla sana ricerca di sé. Il papà di Monica può mostrare quotidianamente alla figlia che esiste anche un’altra tipologia di uomo; un uomo caldo e amorevole, accogliente e accorto. Può e deve offrire alla figlia il modello di uomo gentile e premuroso; di uomo indipendente e saldo, sognatore e solido.

Un uomo che c’è, esiste e contiene con passione e piena accettazione dell’altro.

Il padre si offre come modello dell’uomo che potremmo essere un domani o dell’uomo che potremmo avere al nostro fianco (in positivo e in negativo, nel senso che possiamo anche decidere di rifiutare quel modello che abbiamo visto e procedere per altre strade); stessa cosa per la madre.

La famiglia è un team e come tale deve cooperare passandosi la palla: del dolore, della gioia, della risata, della speranza, dell’amore.

Monica ha innanzi a sé un percorso di sviluppo non semplice poiché la società attuale è così fluida e liquida da rischiare di impantanare il soggetto in una stasi o in una similarità all’Altro tale da rendergli impossibile la strutturazione di un “proprio” Io.

La famiglia di Monica però è salda; i membri sono tanti e tutti portatori di un vissuto particolare, tale vissuto dovrà essere la pista di lancio per quell’aereo che presto partirà portando Monica verso la scoperta della sua femminilità.. anche se papà..

“non vuole!”

Dott.ssa Giuseppina Simona Di Maio,
Psicologa Clinica, Albo degli Psicologi della Campania n.9767
Esperta in Disagio giovanile, devianza sociale e comportamenti a rischio,
Esperta in malessere adolescenziale e adolescenza
Psicologa scolastica,
Svolge attività di prevenzione, diagnosi e cura per la persona, i gruppi, gli organismi sociali e la comunità.

1Cfr.,Di Maio G.S., “Malessere e distruttività in adolescenza” “Malaise and destructiveness in adolescence”, 2018, Caserta.

2Ferrari A.B., “Adolescenza. La seconda sfida“, Roma, Borla.

6 pensieri su “Padri e figli: un papà e sua figlia adolescente

  1. nimetön

    Davvero interessante il suo post, dottoressa. L’adolescenza non è una fase che riguarda solo la figlia, lei è novizia, ma è anche una situazione in cui il padre è anche lui in qualche modo novizio. Per entrambi, forse la fase della vita più complessa in assoluto. E anche se si dà per scontato che l’adulto abbia una maggiore comprensione della vita e dell’esperienza, molte volte ciò non serve a molto, dato che non c’è un interlocutore disposto ad ascoltare, non perché non voglia, ma perché la vita, la biologia, chimica… emettono messaggi che non comprendono le parole, ma cercano piuttosto sensazioni, sentendo il mondo attraverso l’esperienza dei sensi. I genitori vorrebbero che la figlia attraversasse questa fase con il piede sul freno, ma è difficile quando tutti gli stimoli ti spingono ad accelerare, a premere il pedale. Ovviamente non ci sono colpevoli, l’adolescenza è una diga d’acqua contenuta, che preme forte, il dialogo è necessario per lasciarla scorrere, sono le chiuse che alleviano la pressione e impediscono che i muri scoppino.

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