Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male. Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del Dubbio positivo, allora andate sicuro che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche. Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle Grandi Certezze, i puri dalla Fede incrollabile, allora mettetevi paura perché la Fede molto spesso si trasforma in violenza.
Luciano De Crescenzo – Il Dubbio
Un fatto di cronaca nera ha sconcertato l’Italia intera. La strage di Altavilla Milicia avvenuta circa due settimane fa ha sconvolto l’opinione pubblica sia per l’eccessiva efferatezza di chi ha commesso gli omicidi, sia per i misteri che avvolgono i probabili “rituali” a sfondo religioso (delirante) che fanno da sfondo all’intera vicenda.
Stando alle ultime cronache, si presume che ad aver ucciso i figli di 16 e 5 anni e moglie, sia stato il marito insieme alla figlia (che ha dichiarato di aver collaborato ai rituali, anche se forse costretta e plagiata) e due persone, un uomo ed una donna , conosciuti qualche tempo prima dalla coppia di coniugi e presunti “capi spirituali” di una presunta setta (Fratelli di dio).
Il movente degli omicidi ruoterebbe attorno alla convinzione che si volesse liberare la casa e le persone uccise, dai “demoni” che, a quanto pare, la coppia dei “Fratelli di dio” ne aveva accertato la presenza nelle stesse persone (i figli e la madre).
Chiaramente le indagini sono ancora in itinere ed è tutto ancora al vaglio degli inquirenti. Quindi nulla è ancora certo.
Ma da questi elementi ovviamente è partito un dibattito, su tutti i media, che gira attorno a domande comuni:
Come è possibile sia successa una cosa simile?
Come si può arrivare a fare cose simili?
E soprattutto, come è possibile che i figli maggiori abbiano probabilmente preso parte nei rituali sadici che hanno portato alla morte i propri familiari?
In base alle informazioni che ci sono arrivate tramite i media, possiamo in parte dare una spiegazione ipotetica a ciò che è potuto accadere, per quanto riguarda le dinamiche psicologiche e le espressioni psicopatologiche che sottendevano gli atti e i comportamenti apparentemente incomprensibili.
Innanzitutto, possiamo dire che ci sia stata, probabilmente, la commistione di diversi elementi psicopatologici, che hanno a che fare con il delirio, la paranoia, la dissociazione e il plagio e la manipolazione.
Concentriamoci però su una delle parole che spesso è venuta fuori in queste settimane: plagio psicologico. I concetti di plagio e manipolazione (anche la suggestione ha a che fare con questo), hanno a che fare con processi di influenza psicologica che possono condizionare il pensiero, le credenze e i comportamenti delle persone.
Il plagio, nello specifico, ha a che fare con una serie di tattiche e meccanismi psicologici coercitivi che sono finalizzati a produrre un cambiamento radicale e profondo nelle credenze, nelle emozioni e negli atteggiamenti di una o più persone.
In genere (come definito anche dall’American Psychological Association) il plagio ha lo scopo di deprivare un individuo della sua libertà di pensiero e di funzionamento, in modo da poter avere un “controllo” psicologico su di esso. Un esempio di plagio possiamo osservarlo nei componenti di alcuni gruppi religiosi, nelle sette o nei prigionieri di guerra.
P. Zimbardo definì il controllo mentale come quel processo che compromette la libertà individuale o collettiva di scelta e d’azione, perché riesce a modificare e a distorcere la percezione, le motivazioni, le emozioni, i comportamenti e le credenze delle persone.
“Il controllo mentale, come viene utilizzato dalla maggior parte dei culti distruttivi, non cerca di fare altro che intralciare l’identità vera dell’individuo – comportamento, pensieri, emozioni – e ricostruirla ad immagine del leader. Lo si fa controllando rigidamente la vita fisica, intellettuale, emotiva e spirituale del membro. Unicità e creatività della persona vengono soppresse. Il controllo mentale settario è un processo sociale che incoraggia obbedienza, dipendenza e conformità. Scoraggia autonomia e individualità immergendo i principianti in un ambiente che reprime la libera scelta. I dogmi del gruppo diventano l’unica preoccupazione della persona. Qualsiasi cosa o chiunque non rientri in questa realtà rimodellata diventa irrilevante.”
S. Hassan
Nel plagio psicologico il controllo mentale è molto impattante per chi lo subisce, nel particolare avviene che un personaggio influente (un singolo o un piccolo gruppo) esercita un controllo e un’influenza completa su un altro individuo, anche attraverso tecniche psicologiche di persuasione coercitiva e influenza psicologica ingannevole.
In questa situazione la persona coinvolta, perde il controllo sulla propria identità e quindi sulle proprie credenze e comportamenti, al punto di perdere anche la capacità di pensare e ragionare criticamente, in modo indipendente. Perde la propria libertà di pensiero.
La persona vittima di plagio diventa quindi totalmente dipendente e priva di spirito critico, avviene una vera e propria sudditanza psicologica nei confronti della “persona influente“. Il plagio ha quindi come scopo finale il cambiamento totale della persona, implicando un controllo estremo della “vittima” che subisce acriticamente anche la svalutazione dei propri valori precedenti.
Chi plagia ha solitamente una personalità forte, narcisista, con una tendenza spiccata al comando e con un’abilità ad attirare nella propria sfera di influenza una moltitudine di persone. Il plagiato è invece un individuo con problemi di personalità, mancante di figure di riferimento, con una bassa autostima e una bassa capacità discriminativa, incapace di prendere decisioni e quindi tendenzialmente orientato a delegare agli altri le decisioni importanti della propria vita.
Chi plagia diventa una figura di riferimento, indispensabile per il plagiato che si assoggetta e si affida totalmente ad esso. Il livello sociale di chi viene plagiato è variegato, infatti spesso il sentirsi parte di gruppi o cerchie di persone particolari che fanno riferimento ad un capo carismatico, è qualcosa di “esclusivo”, segno di una distinzione sociale e mette in una posizione di sicurezza identitaria.
Quindi tornando al caso di cronaca nera di Altavilla è possibile ipotizzare che il fenomeno del plagio abbia avuto un suo peso specifico nella storia in questione.
Difatti, la coppia di presunti “capi spirituali” indagata, è probabilmente rea di aver in qualche modo plagiato la famiglia, già vittima probabilmente di una commistione di idee e convinzioni patologiche maturati in un sistema familiare probabilmente “malato” e in parte compromesso.
Difatti pare che il padre, dai racconti di vicini e familiari, aveva comportamenti e idee che farebbero pensare ad un impostazione di personalità paranoide; la madre era invece vittima attiva suo malgrado delle idee paranoiche e deliranti, tant’è che pare sia stata lei a contattare e allacciare i contatti con la coppia di “fratelli di dio”
Ma al momento le indagini sono in corso e chiaramente stando alle ultime indiscrezioni la coppia indagata, tende a svincolarsi, ritenendo di non essere presente durante le uccisioni; mentre Barreca (marito/padre) principale indagato, dice di essere stato plagiato e quindi portato, senza la sua volontà, ad uccidere i componenti della sua famiglia.
Secondo quanto da lui dichiarato,
“..il 54enne era “quasi paralizzato”. “Ha capito di aver perso la famiglia – ha dichiarato Barracato (avvocato) – anche se non sa spiegarsi come. Subito però dice anche che ‘è stato compiuto il volere di Dio'”.
Fonte – Fanpage.it – 07/03/2024
Insomma, quello di Altavilla Milicia è un caso di cronaca molto complesso e ci vorrà ancora un po’ di tempo per venire a capo dell’intera vicenda e ricostruire al meglio la verità dei fatti. Ma può farci riflettere profondamente su quanto possano essere pericolosi e incontrollabili i fenomeni di plagio e controllo mentale, quando associati a situazioni individuali di fragilità psichica, possono portare a tragedie più o meno gravi per chi ne resta vittima.